Agnese
Agnese (ediz. 1840)
È la madre di Lucia, un'anziana vedova che vive con l'unica figlia in una casa posta in fondo al paese: di lei non c'è una descrizione fisica, ma è presentata come una donna avanti negli anni, molto attaccata a Lucia per quale "si sarebbe... buttata nel fuoco", così come è sinceramente affezionata a Renzo che considera quasi come un secondo figlio. Viene introdotta alla fine del cap. II, quando Renzo informa Lucia del fatto che le nozze sono andate a monte, e in seguito viene descritta come una donna alquanto energica, dalla pronta risposta salace e alquanto incline al pettegolezzo (in questo non molto diversa da Perpetua). Rispetto a Lucia dimostra più spirito d'iniziativa, poiché è lei a consigliare a Renzo di rivolgersi all'Azzecca-garbugli (III), poi propone lo stratagemma del "matrimonio a sorpresa" (VI) e in seguito invita don Abbondio e Perpetua a rifugiarsi nel castello dell'innominato per sfuggire ai lanzichenecchi (XXIX). È piuttosto economa e alquanto attaccata al denaro, se non proprio avara, come si vede quando rimprovera Lucia di aver dato troppe noci a fra Galdino (III) e nella cura che dimostra nel custodire il denaro avuto in dono dall'innominato. A differenza dei due promessi sposi non si ammala di peste (ci viene detto nel cap. XXXVII) e, dopo il matrimonio, si trasferisce con Renzo e Lucia nel Bergamasco, dove vive con loro ancora vari anni. Del defunto marito e padre di Lucia non viene mai fatta parola e, curiosamente, il fatto che Agnese sia vedova viene menzionato solo nel cap. XXXVII, quando la donna torna al paese e trova la casa quasi intatta dopo il periodo della peste (il narratore osserva che "questa volta, trattandosi d’una povera vedova e d’una povera fanciulla, avevan fatto la guardia gli angioli").
Questi i capitoli in cui compare:
Questi i capitoli in cui compare:
È con Lucia la mattina delle nozze, quando Renzo viene a informare la fidanzata del fatto che il matrimonio è andato a monte.
Ascolta con Renzo il racconto di Lucia circa le molestie subìte da parte di don Rodrigo. Consiglia a Renzo di recarsi dall'Azzecca-garbugli, poi riceve la visita di fra Galdino che le racconta il "miracolo delle noci". Rimprovera Lucia dell'elemosina troppo generosa fatta al cercatore. Tornato Renzo, lo accusa di non essersi spiegato con l'avvocato. Accoglie padre Cristoforo, giunto a casa da lei e Lucia di buon mattino. Racconta a padre Cristoforo quanto è accaduto, poi lei e Lucia vengono consolate dal frate. Propone a Renzo e Lucia lo stratagemma del "matrimonio a sorpresa" e in seguito ha un'idea su come distrarre Perpetua per entrare in casa di don Abbondio. Quando giunge padre Cristoforo, intima a Lucia di non dirgli nulla. Manifesta dubbi circa l'invito di padre Cristoforo a confidare nella Provvidenza, poi cerca di calmare Renzo che manifesta propositi violenti contro don Rodrigo; alla fine si accorda con Renzo per lo stratagemma del "matrimonio a sorpresa". Il giorno seguente parla ancora con Renzo, poi manda Menico al convento per parlare con padre Cristoforo. In seguito riceve il Griso travestito da mendicante ed è infastidita da altre figure di passanti (sono le spie mandate dal Griso stesso). A sera si reca con Lucia, Renzo, Tonio e Gervaso a casa di don Abbondio e si prepara a distrarre Perpetua. Distrae Perpetua con chiacchiere relative ai suoi matrimoni andati a monte in gioventù, dando a modo a Renzo, Lucia, Tonio e Gervaso di entrare in casa di don Abbondio e attuare lo stratagemma del "matrimonio a sorpresa" (tossisce forte per dar loro il segnale). Porta Perpetua un po' distante dalla casa, per impedirle di vedere l'uscio, poi cerca di trattenerla per non farla tornare indietro. Si rammarica di non aver concertato con i due promessi un segnale per sapere se la cosa è andata a buon fine. Trattiene ancora Perpetua quando si sente il grido di aiuto di don Abbondio, poi lo scampanio e infine l'urlo di Menico. Si unisce a Renzo e Lucia che si allontanano dalla casa, poi arriva Menico. Si reca coi due promessi al convento di Pescarenico, dove padre Cristoforo li informa dei piani di don Rodrigo e suggerisce loro di lasciare il paese. Sale sulla barca che li porta sulla sponda opposta del lago. Giunge a Monza insieme a Renzo e Lucia, poi, dopo la partenza del giovane per Milano, lei e la figlia si rivolgono al padre guardiano dei cappuccini. Viene presentata a Gertrude, che accoglie lei e Lucia nel suo convento. Rassicura Lucia circa le stranezze di Gertrude, spiegandole che i nobili sono tutti un po' matti. Viene alloggiata con la figlia nel monastero, dove le due svolgono le mansioni della figlia della fattoressa. È preoccupata alla notizia che Renzo è ricercato dalla giustizia in seguito al tumulto di S. Martino, anche se poi si consola sapendolo al sicuro nel Bergamasco. In ansia per il fatto di non ricevere più notizie da padre Cristoforo, decide di tornare a casa facendosi accompagnare dal pesciaiolo di Pescarenico, sicura che Lucia è ben protetta nel convento di Monza. Mentre si trova in paese, viene informata della liberazione di Lucia dal castello dell'innominato e sale sul baroccio che la porta al villaggio dove si trova la figlia. Durante il tragitto incrocia don Abbondio, di ritorno al paese, che le dà veloci ragguagli sulla liberazione di Lucia e tenta di imporle il silenzio sul mancato matrimonio se dovesse incontrare il cardinal Borromeo (la donna tronca a mezzo il discorso e prosegue il viaggio). Giunge alla casa del sarto e riabbraccia Lucia. Ha parole di dura condanna verso don Rodrigo. Incontra il cardinale e gli rivela le mancanze di don Abbondio, poi gli racconta le vicende di Renzo. È ospite assieme a Lucia nella casa del sarto e della moglie. Si reca con la figlia alla villa di donna Prassede, che propone di ospitare Lucia a Milano e consegna poi loro una lettera per il cardinal Borromeo. Torna al paese insieme alla figlia e consegna al cardinale la lettera. Viene festeggiata da molte amiche e amici del villaggio. Si separa momentaneamente da Lucia, che si trasferisce nella villa di donna Prassede vicino al paese del sarto. Viene chiamata dal cardinal Borromeo, il quale le consegna cento scudi d'oro da parte dell'innominato come risarcimento per il male compiuto. Nasconde il denaro sotto il pagliericcio, fantasticando su cosa potranno fare lei e la figlia con tutto quell'oro. Va a trovare Lucia da donna Prassede e le comunica quanto avvenuto: Lucia le rivela a sua volta il voto, che lascia la madre costernata. Accetta di informare Renzo per lettera e di inviargli la metà del denaro. Passano molti giorni, tuttavia, senza che la donna riesca a rintracciare il giovane nel Bergamasco. Riceve finalmente una lettera da parte di Renzo, che si fa leggere da un suo parente di Maggianico e dalla quale apprende le circostanze della latitanza del giovane. Gli manda la metà del denaro ricevuto dall'innominato e lo informa per lettera del voto di Lucia. Prosegue in modo stentato questa sorta di corrispondenza con Renzo. Lascia il paese per sfuggire ai lanzichenecchi e si reca insieme a don Abbondio e Perpetua al castello dell'innominato. È ospite, assieme al curato e alla donna, del sarto e della sua famiglia. Si rifugia assieme a don Abbondio e Perpetua al castello dell'innominato, dove rimane per meno di un mese. Prima di ripartire, riceve in regalo dall'innominato un corredo di biancheria e del denaro. Tornata al paese, trova la sua casa devastata dai lanzichenecchi ma può dire di essere "caduta in piedi" grazie al denaro ricevuto. Don Abbondio informa Renzo che si trova a Pasturo, da certi suoi parenti, per sfuggire alla peste. Viene raggiunta a Pasturo da Renzo, che la informa che Lucia è viva e sta bene, e che il voto è stato sciolto da padre Cristoforo. Dopo qualche giorno torna insieme a Renzo al paese, trovando incredibilmente la sua casa intatta. Aspetta insieme a Renzo il ritorno della figlia da Milano. Accoglie Lucia, tornata in paese con la mercantessa. Si reca insieme alla figlia e alla mercantessa da don Abbondio, nel tentativo di indurlo a celebrare le nozze, ma il curato accampa nuovi pretesti. Apprende da Renzo la notizia della morte di don Rodrigo e dell'arrivo in paese del marchese suo erede. Dopo il matrimonio si reca al palazzotto del marchese, dove gli vende le sue terre a un alto prezzo. Si trasferisce con Renzo e la figlia nel Bergamasco, stabilendosi nel paese di Bortolo. Si trasferisce poi con Renzo e Lucia in un nuovo paese, dove il genero ha acquistato un filatoio. Accudisce amorevolmente i molti figli avuti dalla coppia. |