Alessio di Maggianico
F. Gonin, Alessio e Agnese
È un cugino di Agnese che vive a Maggianico (un paesino non lontano da Lecco) e viene nominato dalla donna nel cap. XXVI, quando si reca a far visita a Lucia nella villa di donna Prassede e le parla del denaro ricevuto in dono dall'innominato: Agnese manifesta il proposito di riunirsi con la figlia e Renzo, rifugiato nel Bergamasco dopo i fatti di S. Martino, dunque progetta di andare a prendere in seguito la ragazza a Milano insieme a un "uomo di proposito" quale, a suo dire, è Alessio. Poco dopo Lucia, che nel frattempo ha rivelato alla madre il voto, la prega di informare Renzo con una lettera, suggerendole di farsela scrivere da Alessio che dunque è un "contadino letterato" e svolge forse abitualmente le funzioni di segretario per i suoi compaseani. Nel cap. XXVII Agnese riceve una lettera da parte di Renzo (che a sua volta l'ha fatta redigere da uno scrivano, essendo anche lui semi-analfabeta) e si reca a Maggianico per farsela leggere da Alessio, al quale chiede poi di scriverne un'altra. Inizia così una bizzarra corrispondenza tra la donna e Renzo, resa assai difficile dall'analfabetismo dei due personaggi e dal modo stentato in cui questo tipo di carteggio avveniva nel XVII secolo, e anche nel XIX come l'autore subito precisa: il contadino che sa scrivere non è un raffinato intellettuale e spesso la redazione della lettera è imprecisa e piena di fraintendimenti, così come poi la sua decifrazione da parte di chi la riceve (Alessio è definito ironicamente "turcimanno", ovvero interprete). È questo il solo episodio di cui è protagonista ed è una figura minore, che non appare mai come personaggio vero e proprio e ha esclusivamente la funzione di esemplificare le difficoltà causate dalla condizione degli illetterati come Agnese (si veda, in proposito, l'approfondimento allo stesso cap. XXVII).