L'oste del paese dei due promessi
F. Gonin, L'oste e un bravo
Compare direttamente solo nel cap. VII, durante la "notte degli imbrogli" quando Renzo, Tonio e Gervaso si recano all'osteria del paese in attesa di andare dal curato insieme ad Agnese e Lucia: nel locale vi sono anche due bravi mandati dal Griso, la cui presenza è notata da Renzo che ne chiede conto al padrone della taverna. Questi elude la domanda dicendo che si tratta di galantuomini e in seguito è fin troppo sollecito a fornire ai due sgherri dettagliate informazioni circa Renzo e i suoi amici; tornato dai tre, risponde a Renzo dicendo che quei due sono brave persone perché non fanno storie, pagano il conto senza discutere e, se devono dare una coltellata a qualcuno, lo fanno lontano dall'osteria senza creare fastidi a lui. L'autore osserva ironicamente che l'uomo "faceva professione d’esser molto amico de’ galantuomini... ma, in atto pratico, usava molto maggior compiacenza con quelli che avessero riputazione o sembianza di birboni", lasciando intendere che tale è il comportamento di tutti i gestori di osterie. Il giorno dopo, in seguito alla sparizione dei tre dal paese, l'uomo (cap. XI) dirà di non ricordare neppure se abbia visto qualcuno la sera prima, confermando con altrettanta ironia l'impressione data in precedenza.