Il mercante di Milano
F. Gonin, Il mercante
È un commerciante di stoffe di Milano che smonta all'osteria di Gorgonzola in cui è da poco entrato Renzo, in fuga in seguito al tumulto di S. Martino: compare nel cap. XVI ed ha un'importante funzione narrativa, in quanto informa il lettore sugli sviluppi della sommossa nella giornata del 12 novembre 1628. L'uomo è accolto con calore dagli avventori della locanda, che gli si affollano intorno per avere notizie dei fatti di Milano; il mercante promette di raccontare tutto, entra nella taverna e chiede all'oste il solito boccone e il solito letto, poiché intende ripartire il mattino presto alla volta di Bergamo. Egli beve un sorso di vino e inizia a raccontare gli eventi della giornata, in cui i rivoltosi hanno dapprima tentato di assaltare nuovamente la casa del vicario di Provvisione, poi hanno saccheggiato il forno del Cordusio meditando addirittura di incendiarlo, proposito che hanno abbandonato in seguito a una processione dei monsignori del duomo che, tra l'altro, hanno parlato del nuovo ribassamento del prezzo del pane. Il mercante aggiunge che alcuni capi della rivolta sono stati catturati e verranno presto impiccati (una cosa giusta, secondo lui, per dissuadere la folla dal compiere altri disordini), quindi parla della vicenda di Renzo deformandone in modo grottesco i dettagli, dipingendo il giovane come un capo della sommossa in possesso di un "fascio di lettere" in cui c'è tutta la trama del tumulto (Renzo, che ascolta ogni cosa con preoccupazione e simulata indifferenza, imprecherà successivamente contro la superficiale scorrettezza di tale ricostruzione). Il personaggio esprime il punto di vista "borghese" sulla sommossa, preoccupandosi unicamente di difendere i suoi interessi economici e invocando processi sommari contro i capi-popolo, mentre anche la religione diventa per lui strumento di repressione popolare. È mostrato come un uomo metodico, dai gesti abituali, dotato di un'eccellente parlantina che gli permette di avere l'attenzione del suo uditorio e di convincere tutti delle sue ragioni (gli avventori dell'osteria, che poco prima volevano andare a Milano, dopo il suo racconto si rallegrano di non aver preso parte al tumulto).