Il vecchio mal vissuto
F. Gonin, Il vecchio mal vissuto
È uno dei rivoltosi che assaltano la casa del vicario di Provvisione (cap. XIII) ed è, a detta dell'autore, una sorta di sinistro spettacolo: agita in aria un martello, una corda e quattro chiodi coi quali afferma di voler attaccare il corpo del vicario a uno dei battenti della porta, dopo che il funzionario sarà stato ucciso (viene descritto come un personaggio dall'aspetto stralunato, con "due occhi affossati e infocati" e "un sogghigno di compiacenza diabolica", mentre la sua "canizie vituperosa" è implicitamente paragonata alla "decorosa vecchiezza" di Ferrer). Le sue parole suscitano un moto d'orrore spontaneo in Renzo, il quale esclama parole di condanna per qualsiasi proposito violento e, a causa di questo incauto atteggiamento, rischia di essere a sua volta linciato dalla folla.