Tonio
F. Gonin, Tonio a casa di don Abbondio
È un amico di Renzo, cui il giovane si rivolge chiedendogli di fargli da testimone nello stratagemma del "matrimonio a sorpresa" (cap. VI): di lui sappiamo che ha moglie e diversi figli piccoli (tre o quattro "ragazzetti"), nonché un fratello di nome Gervaso un po' tardo di mente, i quali sembrano vivere tutti nella stessa casa posta non lontano da quella di Agnese e Lucia nel paese. Renzo si reca qui la sera del 9 novembre 1628 per invitare Tonio all'osteria (VI), cosa che l'amico accetta in quanto è tempo di carestia e la polenta che cuoce sul fuoco è scarsa: Renzo gli propone di dargli le venticinque lire di cui è debitore nei confronti di don Abbondio, per fornirgli un pretesto con cui introdursi nella casa del curato e dare modo ai due promessi di attuare lo stratagemma. Tonio acconsente e così la sera dopo (VII) lui, Renzo e Gervaso vanno a cenare all'osteria, dove sono sorvegliati da alcuni bravi di don Rodrigo; in seguito escono e raggiungono Agnese e Lucia, con cui si recano alla casa di don Abbondio. Mentre Agnese distrae Perpetua, gli altri quattro riescono a intrufolarsi nella casa di don Abbondio (VIII), quindi Tonio restituisce la somma al curato e pretende di riavere la collana della moglie data in garanzia e che gli venga rilasciata una ricevuta. Mentre don Abbondio è impegnato a redigere il dodumento sopraggiungono i due promessi, ma solo Renzo riesce a pronunciare la formula di rito, mentre su Lucia il curato getta il tappeto che copre lo scrittoio e le impedisce di parlare. Il curato lascia cadere il lume a terra, per cui la stanza sprofonda nel buio e il povero Tonio cerca a tastoni sul pavimento la sua preziosa ricevuta; alla fine del parapiglia, lui e gli altri tre si allontanano velocemente dalla canonica. Nei giorni seguenti minaccia più volte il fratello di non dir nulla riguardo ai fatti della "notte degli imbrogli", per paura di conseguenze giudiziarie (XI).
Tonio ricompare nel cap. XXXIII, allorché Renzo torna in paese dal Bergamasco nel pieno della peste: è il primo personaggio che incontra dopo essere giunto nell'abitato, scambiandolo inizialmente per suo fratello Gervaso dal momento che l'uomo, dall'aria inebetita, è seduto per terra appoggiato a una siepe di gelsomini, con solo una camicia addosso. Dopo un po' Renzo lo riconosce e tenta di presentarsi, ma Tonio non sembra in sé e continua a ripetere "A chi la tocca, la tocca", per cui l'altro capisce che la peste ha sfibrato l'amico nella mente oltre che nel corpo.
Tonio ricompare nel cap. XXXIII, allorché Renzo torna in paese dal Bergamasco nel pieno della peste: è il primo personaggio che incontra dopo essere giunto nell'abitato, scambiandolo inizialmente per suo fratello Gervaso dal momento che l'uomo, dall'aria inebetita, è seduto per terra appoggiato a una siepe di gelsomini, con solo una camicia addosso. Dopo un po' Renzo lo riconosce e tenta di presentarsi, ma Tonio non sembra in sé e continua a ripetere "A chi la tocca, la tocca", per cui l'altro capisce che la peste ha sfibrato l'amico nella mente oltre che nel corpo.