Egidio
Mosè Bianchi, Ritratto di Egidio
È il giovane scapestrato che vive a Monza in una casa attigua al convento di Gertrude, dedito a varie azioni criminali grazie anche all'appoggio di amici potenti e che intreccia con la monaca una torbida relazione clandestina: viene introdotto nel cap. X, quando vede la giovane suora che passeggia in un cortile interno del chiostro e, allettato anziché intimorito dalla malvagità dell'impresa, ha il coraggio di rivolgerle il discorso. In seguito l'autore ci fa capire, in termini molto reticenti, che i due uccidono una conversa che aveva scoperto la tresca amorosa e ne seppelliscono il corpo nel convento facendo credere che sia fuggita attraverso una breccia nel muro dell'orto (il fatto era narrato con maggiori particolari, anche macabri, nel Fermo e Lucia: cfr. i brani Geltrude ed Egidio, L'uccisione della suora). Nel cap. XX apprendiamo che Egidio è compagno di scelleratezze dell'innominato, che si rivolge a lui per sapere come realizzare il rapimento di Lucia dopo che ha ricevuto l'infame incarico da don Rodrigo: il giovinastro chiede a Gertrude di fare uscire con un pretesto la giovane dal monastero e la monaca, pur riluttante e inorridita da tale richiesta, accetta di compiacerlo. Un suo sgherro segue Lucia dalla casa del suo padrone, dopo che la giovane è uscita dal monastero, precedendola sulla via dove poi finge di chiederle la strada per Monza per consentire ai bravi dell'innominato di rapirla. In seguito Egidio non viene più nominato, neppure quando (nel cap. XXVII) la mercantessa spiega a Lucia che i delitti di Gertrude sono stati scoperti e che la monaca è stata imprigionata.
La sua figura è chiaramente ispirata a quella di Gian Paolo Osio (m. nel 1608), giovane scellerato e assassino che ebbe una relazione con suor Virginia Maria de Leyva (la Gertrude del romanzo) e dalla quale ebbe due figli, prima di farla complice di alcuni delitti: venne condannato a morte e riuscì a sfuggire alla giustizia, per poi finire ucciso in casa di un amico in circostanze poco chiare. Nel romanzo ha un ruolo chiave ma poco sviluppato dal punto di vista narrativo, dal momento che non pronuncia direttamente neppure una battuta e i suoi dialoghi con Gertrude vengono sommariamente riassunti dall'autore, in coerenza col principio di evitare una rappresentazione troppo viva e realistica delle vicende scabrose; non così era nel Fermo e Lucia, in cui la relazione tra lui e la monaca veniva descritta con più ampi dettagli (anche riproducendo i dialoghi dei due amanti) e la tresca vedeva coinvolte anche altre due suore descritte come complici della relazione, nonché dell'assassinio di una terza suora che aveva scoperto il segreto e minacciava di rivelarlo (il delitto veniva materialmente compiuto da una delle due, su ispirazione di Egidio). In seguito Egidio convinceva Gertrude a far cadere Lucia nella trappola, promettendo di sbarazzarsi del cadavere della donna uccisa che lui aveva seppellito in una cantina della sua casa, cosa che turbava oltremodo la "Signora" (il tutto era narrato con uno stile molto vicino al romanzo "nero" e d'appendice diffuso nella letteratura europea del primo Ottocento).
La sua figura è chiaramente ispirata a quella di Gian Paolo Osio (m. nel 1608), giovane scellerato e assassino che ebbe una relazione con suor Virginia Maria de Leyva (la Gertrude del romanzo) e dalla quale ebbe due figli, prima di farla complice di alcuni delitti: venne condannato a morte e riuscì a sfuggire alla giustizia, per poi finire ucciso in casa di un amico in circostanze poco chiare. Nel romanzo ha un ruolo chiave ma poco sviluppato dal punto di vista narrativo, dal momento che non pronuncia direttamente neppure una battuta e i suoi dialoghi con Gertrude vengono sommariamente riassunti dall'autore, in coerenza col principio di evitare una rappresentazione troppo viva e realistica delle vicende scabrose; non così era nel Fermo e Lucia, in cui la relazione tra lui e la monaca veniva descritta con più ampi dettagli (anche riproducendo i dialoghi dei due amanti) e la tresca vedeva coinvolte anche altre due suore descritte come complici della relazione, nonché dell'assassinio di una terza suora che aveva scoperto il segreto e minacciava di rivelarlo (il delitto veniva materialmente compiuto da una delle due, su ispirazione di Egidio). In seguito Egidio convinceva Gertrude a far cadere Lucia nella trappola, promettendo di sbarazzarsi del cadavere della donna uccisa che lui aveva seppellito in una cantina della sua casa, cosa che turbava oltremodo la "Signora" (il tutto era narrato con uno stile molto vicino al romanzo "nero" e d'appendice diffuso nella letteratura europea del primo Ottocento).