Pescarenico
G. Induno, Il borgo di Pescarenico
Piccolo centro a sud del ponte di Lecco, posto sulla riva sinistra dell'Adda nel punto in cui il lago di Como si restringe (come spiegato nella celebre descrizione iniziale del cap. I): all'epoca della vicenda del romanzo era un minuscolo villaggio di pescatori, mentre attualmente è un sobborgo industriale della stessa cittadina di Lecco. A Pescarenico si trova il convento di cappuccini dove vive il padre Cristoforo, che sorge fuori dell'abitato e di fronte all'ingresso nel paese, vicino alla strada che conduce da Lecco a Bergamo (cap. IV); secondo l'autore l'edificio del convento esisteva ancora agli inizi dell'Ottocento e il luogo è descritto anche nel cap. XVIII, quando Agnese si reca al convento per parlare con Cristoforo e fra Galdino la informa che il cappuccino è stato trasferito a Rimini. Pescarenico è spesso citata proprio come il luogo da cui proviene padre Cristoforo, il quale può contare sull'appoggio e l'aiuto di molti suoi abitanti, grazie al prestigio di cui gode e alla sua fama di santo: nel cap. VIII il frate organizza la fuga dei due promessi grazie a un barcaiolo che li raccoglie nei pressi del Bione, un torrente che sbocca nel lago a pochi passi dal villaggio di pescatori, mentre è di Pescarenico il pesciaiolo che farà da messaggero portando a Lucia e Agnese, rifugiatesi a Monza, notizie dal paese.